archivio | giugno, 2013

Andiamo a Roma a chiedere…

ANDIAMO A ROMA A CHIEDERE….
DI REVISIONARE I PARAMETRI FISCALI

E’ necessario revisionare i parametri fiscali a proposito, ad esempio, del calcolo del numero dei collaboratori. Le norme attuali infatti conteggiano il numero dei collaboratori senza prendere in considerazione l’incidenza REALE del loro lavoro. Non vengono calcolati i tempi vuoti od il fatto che ogni collaboratore lavori ad una diversa velocità, a seconda della sua preparazione. Il numero dei collaboratori varia in base al giorno della settimana: se martedì ne occorrono 2, mercoledì 2 e giovedì 3, il venerdì lavoreranno in 5 ed il sabato in 6, cosa impossibile poichè non si può prendere personale part-time che non è costantemente preparato, oltre ad essere difficile da reperire.

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Questa situazione andrebbe analizzata considerando il lavoro effettivo dei saloni: è evidente che se si hanno sempre 5 collaboratori, essi avranno frequenti “tempi vuoti” durante la settimana, specialmente il martedì, mercoledì e giovedì, mentre nel weekend si arriverebbe, a volte, a rinunciare al lavoro. Lo Stato non ha considerato questi elementi e se lo ha fatto, lo ha fatto in modo sbagliato Un altro elemento che FALSA i parametri fiscali attuali è il consumo di energia elettrica. Spesso non si tiene conto di lavatrici esistenti in salone, di faretti, di aria condizionata, riscaldamento o stufette e che questi vanno accesi anche quando in salone non sono presenti i clienti. Questi parametri fiscali penalizzano fortemente il nostro settore, per questo dobbiamo combattere per cercare di modificarli. Sei con noi?

Videomessaggio del 8/6/2013

Denunciamo il lavoro nero

Durante l’intervista a “Parrucchierando On Hair” dello scorso 29 maggio ho lanciato l’allarme su ciò che sta diventando un tristissimo trend:moltissimi collaboratori anzichè aprire nuovi saloni, preferiscono il
lavoro nero.
Le istituzioni non possono farci niente, soprattutto perchè l'”omertà” parte da noi parrucchieri.
Un'”omertà” che non ha senso di esistere, perchè non ha senso proteggere gente che non paga le tasse, non ha senso diventare complici passivi di chi opera illegalmente. Queste persone che scelgono la strada più facile del lavoro nero, non contribuiscono all’accrescimento dell’Italia, a quel circolo virtuoso che
genera nuovi posti di lavoro, che fa girare l’economia, bensì, oltre a non pagare le tasse, falsificano i dati dell’indotto e fanno una costante e minacciosa concorrenza sleale.

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Chi lavora in nero non ha dipendenti, non deve utilizzare prodotti garantiti, non ha mutui, affitti, parametri igienici da rispettare, autorizzazioni da chiedere, smaltimenti di rifiuti da dichiarare e da pagare, formazione e aggiornamenti da fare… Per questo sono concorrenti sleali. Ma soprattutto, sono persone disoneste, che rubano all’Italia e ai colleghi. Si dovrebbe sensibilizzare il pubblico e farli conoscere per quelli che sono. Tutto questo si potrebbe fermare se Noi parrucchieri denunciassimo, se non ci limitassimo a guardare solo il nostro orticello. E’ anche colpa nostra. Che chiudiamo un occhio. Che scrolliamo le spalle. E’ troppo facile dire che “sono gli altri”.
A questo proposito ricordo una frase di John Fitzgerald Kennedy “Non chiedetevi sempre ciò che lo Stato può fare per voi, chiedetevi anche ciò che voi potete fare per lo Stato” ed io mi permetto di aggiungere “anche per noi stessi”. Usate questo blog per raccontare ciò che capita nella vostra zona. Provvederemo a segnalarli alle associazioni di categoria esistenti. E’ necessario iniziare a fare qualcosa di concreto per far sì che le cose cambino.